Se il Milan sfacciato e irruento come un adolescente di Arrigo Sacchi era la Tesi, se il Milan maturo e manageriale di Fabio Capello era l'Antitesi, il Milan di Carlo Ancelotti è la Sintesi: estetico ma anche pragmatico, spettacolare ma anche concreto, talmente forte da dissipare ciò che nessuno riteneva possibile (una finale di Champions sopra 3-0 all'intervallo, e persa alla fine), circondandola con due Champions incredibili, vinte contro ogni pronostico. Tutto si tiene in questo ciclo colossale che s'intreccia, ancora una volta, con la storia d'Italia e le vicende politiche e personali di Silvio Berlusconi, l'uomo che ha cambiato l'immagine e la sostanza del club.
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