Un borioso yakuza assassinato dai sicari del clan rivale, un affermato professionista seduttore in virtù della propria disabilità, un uomo in difficoltà coniugali perdutamente innamorato di una cinica starlette, un attore kabuki vittima dell'invidia, una coppia di clochard post-bancarotta morta assiderata in un parco: protagonisti e comprimari dalle vite più o meno intrecciate si ritrovano all'Inferno, luogo/non-luogo dove è difficile distinguere tra ricordi e immaginazione. Vagano nei meandri di se stessi e in quelli di una città indeterminata i fantasmi di Inferno, e liberi dalle emozioni rivivono frammenti di vita passata fatti di bugie, tradimenti ed errori. Spesso imprigionati in contrappassi pulp, ripensano alle circostanze tragicomiche della loro morte, fino a concludere di essere artefici del destino che ineluttabile li ha inghiottiti. Costruito su un agile meccanismo di flashback e flashforward, "Inferno" è un romanzo polifonico, connotato da una sorprendente gamma di toni: metafisici, oscuri, semantici e talvolta comici, sui rapporti tra sé e gli altri; vi si trovano evocazioni del nuovo cinema fantastico giapponese, Koreeda Hirokazu e Kurosawa Kiyoshi in primis, e di un certo immaginario occidentale, da Brian De Palma a Quentin Tarantino. Quando il passato chiama, i fantasmi tornano a mescolarsi con i vivi in situazioni in cui il tempo non rappresenta una costante. L'inferno è realtà, è sogno, o passaggio verso un altro aldilà?
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