Il lavoro di Nicole Fabre trova oggi la sua attualità nel rilanciare l'importanza dell'aspetto introspettivo attraverso la tecnica del rève-eveillé (sviluppato a partire da Desoille e oggi chiamato anche esperienza immaginativa), che si qualifica come una sorta di 'poetica creativa a due' (il soggetto e il terapeuta). Arricchito di una nuova Introduzione dell'autrice, di una Prefazione di Francesco Simeti, di una Introduzione di Alberto Passerini e di due nuovi capitoli di Olivia Ninotti, il testo trasporta direttamente nell'immaginario dei bambini, a contatto con la loro sofferenza: il terapeuta diventa partecipe, vive i processi del bambino e gli restituisce rappresentazioni simboliche dei suoi vissuti, in un sistema di relazione basato sulla fiducia. Nei due capitoli di Olivia Ninotti aggiunti all'opera originaria viene presentata una prospettiva dell'evoluzione mentale sul piano del Sé, con particolare riguardo agli aspetti socioculturali della famiglia moderna e alla funzione paterna. La patologia individuata a suo tempo dalla Fabre nell'immagine del 'triangolo spezzato' (legata alla conflittualità edipica classica) è oggi esasperata da una più grave insoddisfazione, incrinatura del Sé e distruttività verso se stessi e il mondo da parte di bambini e adolescenti. Diventa dunque necessaria una partecipazione maggiore da parte del terapeuta, al quale si richiede non solo una solida formazione, ma anche la capacità di confrontarsi.
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