L'Argentina di ieri e quella di oggi, unite da una storia che, tra crisi e trasformazioni, resta pervicace nelle sue linee di fondo e in cui il peronismo riemerge periodicamente quale collante politico e culturale di una nazione. Nazione ben strana, del resto, in cui apparente spensieratezza italiana e apparente tragicità spagnola hanno dato luogo a una curiosa sintesi, che differenzia il paese da tutto il resto dell'america latina. Il romanzo narra episodi in gran parte veri, ma ciò è irrilevante: ciò che è vero al di là di ogni dubbio è il contesto umano e sociale che emerge nel narrare la vicenda di un fioraio italiano giunto vicino alle sedi del potere, e quella parallela di un erede che ne cerca le tracce. Il simbolo più significativo di tutto ciò è la casa rosada, così chiamata - impariamo - perché tinta con sangue bovino all'epoca della costruzione. Un colore tenue e piacevole, dunque, che allude a una crudeltà sempre pronta a trasudare, fatta di prepotenza e pulsioni autoritarie.
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