Tra le figure più eminenti della cultura d'avanguardia del Novecento, Emilio Villa (1914-2003), lombardo di nascita e romano d'adozione, spicca per la propria singolare fama, affidata più alla leggenda e alle dicerie che non alla storia. Sulla base di una documentazione largamente inedita "Il clandestino" offre il ritratto, da una parte, di una personalità eccezionalmente dinamica e non conformista (dagli anni giovanili passati in seminario a quelli trascorsi in viaggi avventurosi in vari continenti, fino a quelli della vecchiaia indigente) e, dall'altra, della complessa rete di rapporti che Villa stabilì con le vicende di un secolo segnato da grandi speranze ma anche da traumatici mutamenti la cui lunga ombra ancora grava sul nuovo millennio.
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