La gramsciana logica dell'egemonia, il suo corollario di partito, organizzazione di massa e conquista del potere, va esaurendo la sua presa sulle pratiche e sull'immaginario dei movimenti sociali contemporanei (anti-sessisti, anti-razzisti, indigenisti, anti-capitalisti, altermondialisti), tra i quali va sempre più affermandosi una logica dell'affinità di matrice anarchica. Il potere è una rete, e la rete è anche la multiforme resistenza al dominio. Le lotte radicali della post-modernità mostrano come l'idea di una liberazione cosmopolitica sotto un unico segno sia una fantasia modernista e, di fatto, totalitaria. Per sostenere la sua tesi, Day esamina a livello globale - con un occhio attento al "laboratorio Italia" - le tante e originali forme di organizzazione autonoma, dando una nuova lettura dell'anarchismo, filtrata dal post-strutturalismo e dal post-marxismo.
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