Linda Lovelace, pseudonimo di Linda Susan Boreman, nel 1972 divenne una delle più famose attrici del cinema pornografico recitando da protagonista nel primo film a luci rosse legale della storia, "Gola profonda" (rinominato poi in Italia "La vera gola profonda"). Il film catturò subito l'attenzione di un vasto pubblico, e diede il via al cosiddetto genere "porno-chic". L'incredibile successo però mise in secondo piano le drammatiche vicende che si nascondevano dietro le scene interpretate dalla Lovelace. Ridotta in schiavitù da suo marito, Chuck Traynor, Linda conobbe una realtà di brutali violenze, percosse quotidiane e stupri di gruppo. Costretta alla prostituzione, fu obbligata ad accettare il ruolo nel film sotto costanti minacce (accompagnate dalla pistola di Chuck). In questa autobiografia racconta i terribili retroscena della sua storia, le umiliazioni, l'oppressione, i tentativi di fuga e la scoperta del lato oscuro e malvagio di un uomo che diceva di amarla e che l'ha usata per i suoi scopi. Un inferno, lungo due anni, raccontato giorno dopo giorno senza censure, fino al momento in cui è riuscita finalmente a scappare dalla "prigione" e a rifarsi una vita: "L'ho scritta per mio figlio, per l'uomo che pur sapendo tutto mi ha sposata, per ristabilire la verità dei fatti e per me stessa, per mettermi una buona volta tutto alle spalle".
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