"Gabriele D’Annunzio zoofilo" affronta una tematica marginalmente trattata dai biografi dannunziani. Il libro, per la prima volta, si occupa e approfondisce l’argomento. Merito dell’autore è quello di entrare nella psicologia dannunziana, dimostrandoci come il Poeta sia sempre stato del parere che il nostro pianeta non appartenga soltanto all’uomo ma all’intero mondo animale, al quale, pertanto, si deve attenzione e rispetto. Gatta dimostra, inoltre, come l’amore per gli animali si rifletta non soltanto nella vita del Poeta ma anche nelle opere. Gli uccelli, ad esempio, nell’“Opera omnia” sono citati 180 volte, mentre per quarantatré volte compare la parola “gatto”. Nelle opere dannunziane, però, la parte del leone è riservata ai cani e ai cavalli, citati rispettivamente 289 e 647 volte. Già nel 1900 il Poeta ammirò, esaltò ed elogiò i suoi cani in un capitolo del “Fuoco”. L’autore, inoltre, indagando nei carteggi, nelle biografie e nei saggi dannunziani, ha messo in evidenza che d’Annunzio, oltre a cavalli, cani e gatti, si è occupato anche di tartarughe, aquile, rane, rospi, raganelle, pavoni e tant’altre specie di fauna marina e terrestre.
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