Che cosa vuol dire essere un uomo nel XXI secolo? Per superare le battaglie d’opinione e non lasciare il palco a chi piange “la crisi della mascolinità”, Victoire Tuaillon ha aperto uno spazio a voci che formulano altre risposte.
Insieme ad autori e autrici che affrontano la questione dal punto di vista storico, sociale, filosofico, filologico, indaga la dominazione maschile, scoprendo che le fondamenta delle strutture di potere sono sorrette da sedimenti storici di mascolinità e femminilità che non hanno nulla di naturale. Il femminismo è una rivoluzione contro quelle rappresentazioni e quelle strutture che permettono alla dominazione maschile di perdurare, con il loro carico di privilegi, sfruttamento, violenza, per costruire nuove strade e uno spazio di fiducia comune dove vedere l’altr* non come un obiettivo da raggiungere, un oggetto da prendere, ma un soggetto dotato di volontà, e desiderabile perché dotato di volontà.
Tra gli autori interpellati: Paul B. Preciado, Manon Garcia, Olivia Gazalé, Maïa Mazaurette, Didier Eribon, Elsa Dorlin.
[Penso che questo libro, come pure genericamente l’attività di Victoire, siano strumenti essenziali di conoscenza e consapevolezza. Come collettività, come società, abbiamo bisogno di lei, delle sue parole, della sua lucida tenacia. Soprattutto in Italia, soprattutto in un momento storico come questo, nel quale sembra esserci un gran desiderio di “ritorno alle tradizioni” ]
dalla postfazione di Vera Gheno
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