Nell'opera di Carlo Emilio Gadda il viaggio rivela sempre una tendenza di fuga dal (suo) mondo, dal (suo) tempo, dal (suo) spazio e da ciò che lo scrittore avverte come il proprio destino. Contemporaneamente, però, è anche un pellegrinaggio "religioso" verso terre sconosciute, e appare come la verifica gnoseologica della realtà del mondo e della sua costituzione storica e materiale. Ai viaggi "sognanti" e lirici corrisponde una tendenza alla fuga dal mondo, mentre ai viaggi "etici" corrisponde un pellegrinaggio volto a certificare e a testimoniare la realtà dell'opera umana. Dopo aver ripercorso l'affascinante storia del moderno reportage di viaggio, la presente ricerca che si avvale di numerosi inediti gaddiani provenienti dagli archivi di Milano, Firenze e Pavia - giunge alla conclusione che in tutto il Gadda odeporico il viaggio lirico sarà dominante, mentre il viaggio etico, subordinato a questo, sarà sempre il risultato d'una repressione cosciente e artistica della primigenia pulsione: quella legata al sogno lirico e libero da qualsiasi implicazione morale.
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