«I fiori del bene» è la prima raccolta di poesie di Nicola Pesce. Il suo sito recita: «Sono uno scrittore, ma soprattutto un lettore. Asperger e gentiluomo, innamorato della vita lenta e delle piccole cose». E in queste parole c'è tutto. C'è la visione del mondo atipica di una persona affetta dalla sindrome di Asperger, che con i suoi occhi nuovi vede ogni giorno le cose per la prima volta, e cerca di farle vedere a tutti come per la prima volta. C'è la gentilezza, di cui l'autore ha fatto una vera e proprio missione di vita: diffondere la gentilezza e l'educazione. C'è la voglia di rallentare, di smettere di correre inutilmente inseguendo la vita contemporanea, per potersi dedicare ad apprezzare quelle piccole cose di tutti i giorni, un camino acceso, una fogliolina, una passeggiata. In ironica contrapposizione a quei "Fiori del Male" che resero grande Baudelaire, Nicola vuole parlare di ciò che è buono, calmo e bello. Mai come oggi sono stati argomenti tanto rari.
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