"No, non abbiamo papponi. No, non siamo state violentate da piccole, né dopo. No, non siamo tossicodipendenti. No, non siamo mai state costrette a prostituirci. No, non soffriamo di sindrome post-traumatica. No, non siamo infelici. Sì, abbiamo una vita sentimentale. Sì, abbiamo amiche e amanti. Sì, lottiamo contro le discriminazioni. Sì, esercitiamo un mestiere stigmatizzato. Sì, abbiamo scelto questa professione. Sì, vogliamo gli stessi diritti degli altri cittadini". Un libro che sfata i luoghi comuni che di volta in volta indicano nella prostituzione una forma di asservimento, una piaga sociale, un'emergenza da gestire come ordine pubblico. Un testo scritto da due prostitute, protagoniste di un movimento che si vuole erede dei movimenti femministi e omosessuali, per chiedere rispetto e diritti per quelle e quelli che hanno scelto di esercitare questa professione. Qui le prostitute prendono parola in prima persona e trasformano l'insulto in orgoglio.
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