Bayreuth, Germania, 1926: Frederika e Josef Seifert si sposano. Un matrimonio che, lungi dall’unire gli opposti, polarizza creature già distanti verso lontananze siderali, destinate nelle loro traiettorie a collidere con il più vasto destino europeo: quello del progressivo affermarsi del Nazionalsocialismo e delle sue vittime prescelte. Nel narrare la loro storia la figlia Lucy si chiede: quali individui, quali famiglie hanno albergato dentro di sé la possibilità di questo esito? È possibile isolare il bene o il male in alcuni gesti, il pugno stretto su un coltello da macellaio, lo schiaffo a un bambino, persino il gesto innocuo e leggendario della figlia di Pipino il Breve, che fece cadere il fazzoletto dalla finestra del castello di Schwanberg fondando così la città di Kitzingen, teatro di questa vorticosa vicenda? Indagine sul male privato e collettivo di vertiginosa qualità espressiva, "Il fazzoletto della figlia di Pipino" è l’unico romanzo della poetessa tedesca Rosmarie Waldrop.
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