Se in un immaginario condiviso gli spazi aperti diventano (spesso) 'habitat del degrado' o interstizi in attesa di 'cambio di destinazione d'uso', chi sceglie di prendersene cura, in modo volontario, sa che le proprie azioni assumono un ruolo civico, sociale, economico, politico e - volendo - anche educativo. [...] Che l'azione dei Guerrilla Gardeners sia consapevole e comprensiva di quest'insieme di implicazioni, i "giardinieri civici" lo dimostrano nelle parole con cui raccontano la propria esperienza a Federica Seneghini." (dalla postfazione di Luca Martinelli)
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