«Avere tredici anni e conoscere il silenzio del
páramo. Tredici anni e una figlia in arrivo.
Partorire in mezzo ai monti, in una grotta che
rivedrai solo il giorno in cui, con gli altri tuoi figli,
correrai a rifugiarti lì per scappare dalle
bombe».
Nel paesaggio maestoso del páramo più grande
del mondo – quello colombiano di Sumapaz –
una volta alla settimana un gruppo di contadine
accoglie l’insegnante che arriva da Bogotá per
tenere un corso di scrittura.
La prof, come la chiamano loro, lascia il suo
bambino di pochi mesi con il marito in città
e si immerge in quel paesaggio duro,
carico di emozioni e di incertezze, e nelle
storie di chi lo abita. Storie che raccontano di
figli sacrificati a una lunga guerra civile, di una
quotidianità durissima, di credenze antiche e
radicate. Oltre alle contadine c’è Adriana,
anche lei professoressa e anche lei di Bogotá,
che per andare a vivere su quelle
montagne ha abbandonato il figlio e il marito,
ma che adesso medita di tornare sui suoi passi.
Come la nebbia, le voci di quelle donne
conquistano progressivamente ogni pagina del
romanzo. Nebbia che a mano a mano si dissipa,
mostrando tutto il dolore, le violenze, il sangue
versato, ma anche la bellezza di un territorio
sacro che è stato rifugio e salvezza per tanti
colombiani. E lo sarà anche per la protagonista,
quella prof di cui mai conosceremo il nome.
Da segnalare: Scenario narrativo fortemente connotato, il páramo è il non luogo in cui si scoprono sensazioni che non si
sapeva di poter provare. È lì che la protagonista immagina per sé una vita alternativa e
opposta quella che si è costruita, una vita ancestrale. Teatro del conflitto armato prima, dell’oblio del
dolore e della tragedia che si tacciono poi, inospitale e gelido, il pàramo è il territorio dal profilo di
donna di chi sa e resiste.
Biografia: Laura Acero (Bogotá, 1990) ha studiato
letteratura all’Universidad Nacional de
Colombia e poi scrittura creativa
all’Universidad Central di Bogotá.
Molto attiva anche come promotrice
culturale, nel 2018 ha esordito con Viajes de
campo y ciudad, un diario in cui
registrava le sue giornate all’interno del
Biblocarrito R4, progetto di biblioteca
itinerante a bordo di una Renault 4. Ha
diretto diversi laboratori per il programma
Escrituras de Bogotá dell’Idartes (Instituto
de las Artes) e nel 2019 ha pubblicato La
lectura en Colombia: formas de estudiarla
y promoverla (Filomena Edita).
Donne della nebbia è il primo romanzo
della scrittrice bogotana e la prima opera
tradotta in italiano.
Devi effettuare l’accesso per pubblicare una recensione.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.