Il progetto di architettura, negli ultimi cinquantanni, si è arricchito di nuove componenti semantiche che ne hanno progressivamente alterato la struttura profonda: da strumento delle trasformazioni a elemento compartecipe nelle mutazioni. Riformulato "responsabilmente" dalla recente introduzione del termine paesaggio - nuovo parametro di riferimento antropico - amplifica la capacità dell'uomo di sviluppare le condizioni "in attesa", attivando, in un tempo opportuno e contingente, un differenziale creativo capace di avvantaggiarsi della quantità di moto propria di ogni trasformazione in atto. Non risolve processi. Dipende da condizioni parziali, da sezioni ridotte ma significative di controllo, da "deviazioni a bassa entropia". Riduce la pressione antropica, decolonizzando lo spazio. Promuove strategie per l'incremento delle reti naturali. Il volume così, articolandosi in quattro capitoli tematici correlati ma autonomi, esplora tutte queste connotazioni del progetto e intreccia riflessioni nate dall'incontro con il pensiero di alcuni maestri (Eisenman, Tschumi, Gregotti, Polesello) e tematiche sviluppate a Venezia, città di formazione dell'autore, colorandosi in tal modo di dense sfumature autobiografiche.
Devi effettuare l’accesso per pubblicare una recensione.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.