Concepito come «capitolo introduttivo di un’opera più ampia sull’evoluzione mentale dell’umanità», Cosmologia e alchimia babilonesi (1937) mette in luce l’interdipendenza tra le rappresentazioni cosmologiche e le misteriose pratiche alchemiche e metallurgiche assiro-babilonesi, sottolineandone il simbolismo religioso e le valenze esoteriologiche: concezioni molto arcaiche, con cui il pensiero occidentale si è costantemente confrontato fino all’Età Moderna. Sorretto da una solida documentazione e caratterizzato da un’esposizione chiara e accessibile, questo brillante saggio del giovane Eliade anticipa in modo esemplare i suoi contributi maggiori all’ermeneutica del sacro, conosciuti soprattutto grazie al Trattato di storia delle religioni, Lo sciamanesimo e le tecniche dell’estasi e ad altri lavori pubblicati nel secondo dopoguerra, che lo hanno consacrato come uno degli storici delle religioni più importanti e innovatori del '900.
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