L'itinerario biografico e politico di Landauer (1870-1919) attraversa tutti i grandi eventi della sua epoca, dai congressi della Seconda Internazionale, dove matura la separazione tra socialdemocrazia e anarchismo, alla Repubblica dei Consigli di Baviera, dove troverà la morte il 2 maggio 1919 barbaramente massacrato da un plotone di Guardie Bianche. Nonostante l'epoca drammatica in cui vive, Landauer è fermamente convinto che un altro mondo è non solo necessario ma anche possibile qui e ora. Così innesta nel suo pensiero politico elementi "eretici" che gli consentono di elaborare una visione originale del mutamento sociale. La rivoluzione non è più vista come un atto, ma come un processo al cui centro pone l'individuo comunitario, ovvero l'individuo impensabile come singolarità in quanto frutto delle sue relazioni con gli altri. Una concezione controcorrente che fa di Landauer un pensatore quanto mai attuale e innovativo.
Nonostante l’epoca drammatica in cui vive, Gustav Landauer, raffinato intellettuale ebreo-tedesco attivo nel movimento socialista e anarchico a cavallo tra Ottocento e Novecento, è fermamente convinto che un altro mondo è non solo necessario ma anche possibile nell’immediato. Così innesta nel suo pensiero politico elementi «eretici » che gli consentono di elaborare una visione originale del mutamento sociale. La rivoluzione non è più vista come un atto, ma come un processo al cui centro pone l’individuo comunitario, ovvero l’individuo impensabile come singolarità in quanto frutto delle sue relazioni con gli altri. Ed è appunto intorno al concetto di comunità solidale, molto simile a quella di Martin Buber, cui lo lega una profonda amicizia, che costruisce la sua visione di un’anarchia del qui e ora. Una concezione controcorrente, tragicamente interrotta dal suo assassinio, che a oltre cento anni di distanza si conferma quanto mai attuale e innovativa.
GUSTAV LANDAUER (Karlsruhe,
1870 - Monaco di Baviera, 1919), filosofo
e militante, partecipa attivamente
a tutti i grandi eventi della sua
epoca, dai congressi della Seconda
Internazionale, dove matura la separazione
tra socialdemocrazia e anarchismo
(anche se lui si definirà sempre
anarco-socialista), alle manifestazioni
antimilitariste per prevenire lo
scoppio della prima guerra mondiale.
Alla fine del conflitto è – insieme
a Ernst Toller, Erich Müsham e Ret
Marut (B. Traven) – uno dei protagonisti
della Repubblica dei Consigli
proclamata in Baviera nel 1919.
Durante quel breve esperimento rivoluzionario
ricopre l’incarico di responsabile
per la Cultura, finché un plotone
di Guardie Bianche inviato dal
potere centrale non lo ammazza brutalmente
il 2 maggio 1919.
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