La storia inizia in un cinema a luci rosse: un uomo intraprende la ricerca dell'ex moglie dopo averla vista recitare in un film porno dall'inquietante titolo, Come un guanto di velluto forgiato nel ferro. Incomincia così una sorta di flusso deforme di coscienza dove incoerenze strutturali più simili alle incongruenze dei B-movie che alle illogicità dei sogni diventano intenzionalmente elementi nodali della trama: un rocambolesco viaggio on the road attraverso una deprimente America di provincia si trasforma presto in un surreale complotto internazionale, nel quale trovano spazio situazioni ai limiti della decenza, raccontate con un tratto apparentemente innocente e infantile, quasi irritante nella sua disarmante semplicità. Ogni volta che giriamo pagina veniamo come schiaffeggiati: una cameriera storpia e affetta da idrocefalo viene ripetutamente umiliata; un cane privo di orifizi che, dunque, deve esser nutrito mediante iniezioni, cela sotto il pelo un tatuaggio misterioso; un'infezione agli occhi viene curata mediante l'inserimento di crostacei vivi nelle cavità orbitali. La patina di decadente squallore e di grottesco cinismo che pervade l'intera vicenda ci resta appiccicata addosso come grasso sulle dita; quando, provati e nauseati, siamo ormai certi che nulla possa più sorprenderci, ciò che accade nelle ultime tavole ci coglie come un pugno nello stomaco, una stoccata conclusiva, un fatale e quasi liberatorio colpo di grazia. Il volume, curato da Coconino con la consueta raffinatezza, offre finalmente ai lettori italiani la possibilità di sfogliare integralmente i primi dieci capitoli di Eightball, una serie di storie a fumetti scritte e disegnate a cavallo tra gli anni ottanta e novanta da Daniel Clowes, autore più volte insignito dei premi Eisner, Ignatz e Harvey, i riconoscimenti più importanti nel mondo dei comics. Siamo di fronte a un indiscutibile capolavoro, una pietra miliare nella storia del fumetto che è stato in grado di dar voce alla paranoia postmoderna, consegnando il suo autore agli onori della fama internazionale.
Andrea Pagliardi
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