Sbirciare nei taccuini del reporter, che è stato testimone e cronista delle più importanti crisi internazionali degli ultimi anni, è come affacciarsi da una terrazza pericolante sull’orlo di un secolo che divora. Guidati da una voce fuoricampo, Fusi ci fa atterrare in un pianeta di “incubi a bassa intensità” che poi deflagrano, come a Gaza – odio e rancore con vista sul Mediterraneo. Guarda ai milioni di esseri umani spinti oltre le frontiere dal Secolo belva: chi sta in fondo al mare e chi il mare lo ha attraversato. Dalla dissoluzione del fianco orientale dell’Europa alla gola squarciata tra Nord e Sud del pianeta, ci porta sulle frontiere, scritte e non scritte, tra illusioni, nuove schiavitù e massacri, terre di mezzo e grandi fiumi-frontiera. Fusi scava nell’età dei torbidi, nella tragedia dei più piccoli, dal sequestro dei neonati nel periodo della dittatura argentina, al rapimento dei bambini durante l’aggressione di Putin all’Ucraina. Le testimonianze frammentarie degli ultimi, le minuscole storie personali ma emblematiche, mai registrate dalle cronache in primo piano, si mescolano alla descrizione dei fatti e dei luoghi, e ai ricordi in un racconto periferico e avvolgente fino alla frontiera delle frontiere: “là dove la terra finisce e il mare comincia…”.
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