Al centro di questo grande romanzo il racconto della vita e del mondo, la vita di una donna, della sua famiglia, delle sue travagliate vicende, e insieme del Canada, della regione aspra di praterie che ospita questi indimenticabili personaggi. Narrata dal punto di vista di Hagar, indomita novantenne, vicina all'ultimo traguardo ma che alla morte non si arrende, la sua storia è una storia dura percorsa dal dolore, dalla povertà, dalla solitudine, dall'amore troppo avaro. Nel romanzo si parla continuamente della morte, a partire da quell'angelo di pietra che campeggia nel titolo come nel cimitero della cittadina canadese, e tutta la narrazione si dipana al presente in un preciso e struggente resoconto della condizione di chi, come Hagar, alla morte si sta avvicinando, ma alla morte si ribella. Eppure, anche nelle difficoltà, la vita di Hagar è un dono irrinunciabile, l'unico che abbiamo e per questo non resta che celebrarla in tutte le sue manifestazioni. Storie di donne e di uomini, quelle della Laurence, che appartengono al tempo eterno e misterioso del destino umano. Come Virginia Woolf, Margaret Laurence ha scavato nella coscienza femminile e dalla sua 'stanza tutta per sé' ha letto il Canada attraverso le 'sue' donne, costruendo una narrazione dal respiro lungo che supera i confini di una nazione per arrivare diritto al cuore di ciascuno di noi.
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