Per gli abitanti della zona di Aros, un isolotto remoto e inospitale, estremo angolo di terra della Scozia occidentale, gli Allegri Compari rappresentano un motivo d'insidioso richiamo: questo è infatti il nome che viene dato a un gorgo che si crea tra le rocce all'andare e venire della marea, e dal quale giunge un suono ammaliatore e minaccioso. Questo affascinante racconto di Stevenson, pubblicato per la prima volta nel 1882 e poi raccolto in volume cinque anni più tardi, narra di un naufragio che avviene, durante una tempesta, proprio in quel luogo dalla costa impervia, e ruota intorno a una famiglia locale, formata da un padre, ormai anziano, e dalla figlia, che si occupa di lui insieme a un fedele servitore. Un giovane nipote dell'uomo si reca a trovare quei parenti lontani con l'intenzione di rivelare alla ragazza il proprio amore. Sarà coinvolto in una drammatica avventura legata al subdolo e potente incanto del mare, ai suoi tesori nascosti, ad antiche tradizioni e superstizioni. “Gli allegri compari” è riproposto nella nuova traduzione di Fabrizio Pasanisi e con una nota critica di Dario Pontuale. Il volume è introdotto da un raro pezzo di Giorgio Manganelli sul piacere di leggere Stevenson, narratore "itinerante, perpetuo abitatore di labirinti", tra i pochi capaci di far "rallentare e frammentare la lettura per non arrivare al momento angoscioso della conclusione".
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