L’acqua è una risorsa primaria per l’esistenza umana, un bene comune che appartiene a tutti. Eppure, dalla crescente tendenza alla privatizzazione al dislocamento di milioni di persone per la costruzione di enormi dighe, l’acqua è sempre di più una merce controllata non dalle comunità locali ma da Stati centralizzati e da imperi finanziari multinazionali. A partire da queste premesse, Ward analizza l’ineguale distribuzione idrica su scala mondiale, evidenziando come l’acqua per il consumo umano sia oltretutto sempre più scarsa, cara e inquinata. Eppure, lungo tutta la storia, le comunità locali hanno sviluppato modi d’uso che hanno assicurato una corretta distribuzione di una risorsa limitata e vitale: una lezione particolarmente attuale in un’epoca in cui il cambiamento climatico e l’emergenza idrica sono una realtà quotidiana per miliardi di persone.
Biografia: Colin Ward (Londra 1924 - Ipswich 2010) è stato uno dei maggiori pensatori anarchici della seconda metà del XX secolo. Ha cominciato a lavorare come architetto prima, come insegnante poi. Per oltre vent'anni è stato scrittore e giornalista free-lance. Gran parte delle sue ricerche si occupano dei modi "non ufficiali" con cui la gente usa l'ambiente urbano e rurale, rimodellandolo secondo i propri bisogni. Ha così scritto una ventina di libri su temi sociologici e urbanistici come il vandalismo e gli orti urbani, l'occupazione di case e l'autocostruzione. Si è inoltre occupato della condizione dei bambini in situazioni urbane e rurali e ha anche scritto alcuni pamphlet destinati a loro e pubblicati dalla Penguin: Violence, Work, Utopia. In Italia sono stati tradotti: La città dei ricchi e la città dei poveri (E/O 1998), Il bambino e la città (L'Ancora del Mediterraneo 2000). Con elèuthera ha inoltre pubblicato Dopo l’automobile (n.e. 2012), Acqua e comunità (n.e. 2024), Anarchia come organizzazione (n.e. 2019), L’anarchia, un approccio essenziale (n.e. 2020), L’educazione incidentale (2018), a cura di Francesco Codello, Architettura del dissenso (n.e. 2017), a cura di Giacomo Borella e la conversazione con David Goodway Lo sguardo anarchico (n.e. 2021).
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