«La presenza delle architetture sul territorio è la testimonianza dell'evoluzione e rappresentazione dell'ordinamento sociale, politico e religioso configuratosi nel corso del tempo, ma l'architettura ha anche un suo linguaggio irripetibile che può raccontare la storia dell'animo umano e delle sue aspirazioni, «racchiudendo nelle sue forme l'esistenza di esseri immersi in particolari circostanze storiche». In Francia, nel corso del processo rivoluzionario, s'intese abbattere l'Ancien-Régime, condannando i sovrani e devastando le dimore che racchiudevano il loro immenso potere. Gioacchino e Carolina Murat, presenti in questo studio con le proprie dimore, protagonisti di un'esaltante ascesa che li collocò alla stregua dei principi e sovrani che affollavano la scena europea, vollero trasmettere attraverso le architetture la rappresentazione delle loro conquiste sociali e politiche. Allo stesso tempo vollero, tuttavia, che le opere intraprese fossero espressione dei mutamenti storici e della cultura dell'epoca. Attraverso i considerevoli interventi, si andava manifestando la loro ansia di radicarsi nella Storia circondandosi degli attributi simbolici della loro condizione di privilegio: le collezioni, i titoli e l'archeologia. Da mecenati, con grazia e lungimiranza, mobilitarono artisti e studiosi di varia provenienza in grado di realizzare il disegno delle loro ambizioni. Nel tempo, gli storici si sono espressi sui Murat e sul loro apparire sul palcoscenico della Storia, esaminandone l'agire all'interno del problematico rapporto con Napoleone, da cui dipesero le loro fortune. Le numerose e sontuose dimore di cui ebbero il possesso rientrarono in questo ristretto rapporto familiare, tal che possono considerarsi metafore della loro condizione, la cui ascesa, ai loro occhi, sembrava non dover avere né limite, né termine. L' architecte particulier Étienne-Chérubin Leconte fu l'interprete ideale della complessità del rapporto tra Gioacchino e Carolina; le sue vicende professionali attraversarono quelle dei Murat quando già una riconosciuta fama lo accreditava tra gli esponenti del "nouveau style" insieme ai colleghi Percier e Fontaine, precedendoli "nell'amenagemenr della residenza ufficiale di Napoleone: Les Tuikries...» (Dall'Introduzione)
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