Un legame profondo si trasforma in siderale indifferenza, i corpi non si parlano più, l’iniziale complicità diventa reciproco rancore. Otto movimenti, come un’opera musicale, ognuno con la sua tonalità e il suo tempo, per indagare le precise circostanze di una separazione, di un abbandono.
La voce narrante maschile, lontana dagli stereotipi che vogliono l’uomo seduttore, conquistatore o, peggio ancora, prevaricatore, mette a nudo la propria fragilità, esplora le responsabilità, le difficoltà e i timori che accompagnano il fallimento di un rapporto. Quasi otto “lezioni” per imparare, alla fine, l’arte di voltare pagina.
- Nel primo movimento, dimenticare anche le cose indimenticabili, gli attimi nei quali tutto era perfetto.
- Il terzo, dove si osserva che spesso è difficile capire chi lascia chi; in fondo le cose sono sempre più complicate di quello che sembrano.
- Il quarto: ineluttabilità e codeina, ma forse domani andrà meglio.
- Nel quinto, si può amare ed essere amati, poi arriva l’anestesia delle emozioni, lievita la nostalgia del tempo felice e si incista il risentimento.
- Nel sesto, parole che danzano e infuriano, quelle dette e quelle non dette, quelle rabbiose che erodono la passione fino a farla finire nella polvere.
- Il settimo, l’ottavo…
Una lettura al contempo analitica e poetica, personale e universale, in cui ciascuno può ritrovare parte della propria esperienza e della propria vita di relazione, sociale, familiare, sentimentale.
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