Artista e critico, curatore del Metropolitan Museum di New York, docente a Cambridge, Roger Fry fu una delle personalità di maggior spicco per la cultura artistica all'inizio del XX secolo. Fu lui a coniare il termine "Postimpressionismo" e a introdurre, per la prima volta in Inghilterra, pittori come Cézanne, Van Gogh, Matisse e Gauguin. Membro del Bloomsbury Group, riformò il design britannico, esercitando, secondo il celebre storico dell'arte Kenneth Clark, "la più grande influenza sul gusto dai tempi di Ruskin. [...] Nella misura in cui il gusto può essere cambiato da un uomo, questo è stato cambiato da Roger Fry". Sua amica di lunga data, Virginia Woolf ne scrisse la biografia, tracciando con levità di tocco il ritratto di un artista e di un uomo dalle molte sfaccettature e dalle grandi passioni. L'abilità come biografa della Woolf scende qui a patti con il suo estro poetico, con la sua scrittura unica, sempre proiettata verso la sperimentazione. Una "lotta", tra i diversi talenti della grande scrittrice, che conferisce a questa biografia, oltre all'indiscussa necessità storica, un incommensurabile valore letterario. Con questa riflessione sul percorso artistico e umano di un esteta e un pacifista, pubblicata nel pieno della Seconda guerra mondiale, Virginia Woolf lasciò ai posteri non solo una delle sue ultime opere, ma un documento sulle menti migliori di un'epoca colta nel momento della sua dissoluzione.
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