Che si tratti dei propri obiettivi di vita, della competizione economica o dell’azione politica, l’intransigenza è quasi sempre considerata un segno di forza, l’unica ricetta vincente per raggiungere il successo. Chi scende a compromessi, invece, viene considerato un debole, un sognatore che ha perso il contatto con la realtà, un individuo che non lotta per i propri ideali e le proprie posizioni. Anche la biologia e l’economia lo suggeriscono: vince il più forte. Ma è davvero così? Per il filosofo e biologo Andreas Weber, i compromessi non sono affatto un sintomo di pigrizia o debolezza, ma un prerequisito fondamentale per una vita prospera e felice. In quanto esseri viventi abbiamo un bisogno naturale di equilibrio. Scendere a compromessi non significa accettare a malincuore soluzioni di seconda scelta, ma scegliere ciò che porta in dote qualcosa di positivo, perché permette a tutti noi di essere generosi. In questo modo, l’arte del compromesso diventa arte di vivere: il piacere di arricchire questo mondo e di plasmarlo ecologicamente e politicamente su un piano di parità.
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