"La sorpresa" raccoglie un'ampia scelta dei racconti di Manlio Cancogni, la cui opera di narratore e giornalista, iniziata nei tardi anni Trenta e seguita con ammirazione da scrittori e critici letterari più anziani come Levi, Montale, Vittorini, Malaparte, e da compagni di strada quali Cassola, Tobino, Garboli, Bassani, percorre l'intero secolo ora concluso e si riverbera, sorprendentemente intatta e attuale, nel nuovo. Quello che rende la scrittura di Cancogni unica è la voce inconfondibile e sicura, fuori dal tempo ed estranea alle mode, sintetica e insieme attraversata improvvisamente da lampi di poesia pura: una combinazione di freschezza e luminosità, che proprio nella misura del racconto trova forse la sua espressione migliore. E nella sequenza dei testi narrativi qui presenti, dai racconti giovanili pubblicati tra anni Trenta e Quaranta su riviste come "Letteratura", "Frontespizio", "Prospettive" e ispirati alla poetica del "sublimine", fino alle prose più mature apparse tanto in preziose plaquettes quanto su giornali come "II Corriere della Sera" e "II Giornale" di Montanelli, non è difficile riconoscere non solo la voce di un grande scrittore, ma anche un esempio di fedeltà a se stesso e ai propri valori culturali e umani, a un'idea di letteratura che non coincide con la vita, ma le è sempre accanto a interrogarsi, a rendere ragione di sé e della propria visione (morale, poetica, spirituale) del mondo e delle sue bizzarre, curiose, drammatiche, affascinanti vicende.
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