Quando nel XVII secolo il duca Francois de la Rochefoucauld affermò che "per essere belli bisogna soffrire", probabilmente non sospettava che molte donne sarebbero letteralmente morte per ottenere una bellezza eterna (tra le tante, la first lady della Nigeria deceduta durante una liposuzione o la scrittrice Olivia Goldsmith stroncata da un attacco cardiaco durante un intervento al mento). "È solo una liposuzione" rischia di essere la frase più pericolosa del secolo, soprattutto quando ricevere una iniezione di botulino diventa semplice come prendere un cappuccino dietro l'angolo o quando le adolescenti si fanno regalare per il diploma un appuntamento dal chirurgo. La giornalista del New York Times Alex Kuczynski, dopo aver sperimentato su se stessa per molti anni gli effetti illusori della chirurgia estetica fino al giorno in cui le sue labbra sono quasi scoppiate, ci racconta i rischi di un comportamento che ha tutta l'aria di diventare un'epidemia sociale: interventi alle palpebre, rinoplastiche, liposuzioni, aumenti del seno, riduzione chirurgica delle dita dei piedi per farli entrare nelle scarpe all'ultimo grido, plastiche vaginali, iniezioni di gore-tex negli zigomi (quello delle giacche a vento). Ogni cosa e a ogni costo pur di rifiutare il decadimento naturale del proprio corpo. E nonostante i decessi, le complicazioni durante gli interventi e gli effetti collaterali, la richiesta di appuntamenti dal chirurgo aumenta.
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