Questo libro racconta la storia culturale e sociale del pene: visto di volta in volta come fonte di vita, simbolo di un sacrosanto patto con Dio, come emblema della vergogna o come scettro e bastone del comando, come semplice "attrezzo scenico" per l'industria farmaceutica, e - infine - come puro (impuro) strumento di penetrazione. Il pene si è sempre situato al centro dell'evoluzione culturale dell'uomo (e della donna) in Occidente. Con luminari del calibro di Leonardo da Vinci, Sigmund Freud, Walt Whitman e Norman Mailer, che hanno trattato da par loro questo soggetto, David Friedman passa con disinvoltura dal registro alto, supercilioso, a quello basso, popolaresco in questa sua divertente (ma in buona sostanza serissima) rassegna di usi e costumi che risalgono alla più remota antichità. In età moderna il pene è oggetto e soggetto di mille desideri, frustrazioni e rimozioni, fino a segnare, oggi, il confine tra il lecito e l'illecito, fra l'allusione e l'osceno, l'erotico e il pornografico...
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