"Questo libro è la mappa del tesoro del pensiero radicale nel cinema", dichiara Roberto Silvestri raccogliendo le interviste ai diciannove registi che compongono Macchine da presa.Un bignami di cinema, un riassunto di venti e più anni di 'visioni' (dalle pagine del "manifesto") di uno dei più controversi critici cinematografici italiani. Un percorso personalissimo nei mondi di celluloide e di sogni di - fra gli altri - Francis F. Coppola, Roger Corman, Jonathan Demme, Samuel Fuller, John Landis, Emir Kusturica, Russ Meyer e Nanni Moretti, che sono, dice Silvestri nell'introduzione, a volte anche parlatori divini che 'hanno geometrie implacabili, evocano antiche saggezze'.
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