Erotico fin quasi all’oscenità, immorale come la sua protagonista, sospeso tra l’incanto di una fantasia arcana e spettrale e lo scintillio ipnotico del mondo moderno con il suo cinismo e i suoi meccanismi disumanizzanti, Alraune ci ammicca ancora oggi con le pericolose seduzioni di un capolavoro senza tempo. Alraune. La storia di un essere vivente (1911) ripercorre il concepimento, la nascita e la vita di una creatura artificiale, sulle tracce dei miti dell’Homunculus o del Golem, rinnovandoli però alla luce di una scienza che può produrre miracoli, ma che si ritrova incapace di penetrare davvero a fondo nei segreti insondabili dell’essere. Hanns Heinz Ewers (1871-1943) è stato scrittore, poeta, sceneggiatore. Ricordato soprattutto per il romanzo Alraune e per il racconto “Il ragno”, è stato anche sceneggiatore del capolavoro espressionista Lo studente di Praga. Anarchico, filosemita, sostenitore dei diritti per gli omosessuali, fu anche nazionalista, reazionario, vicino al nazionalsocialismo e anzi autore di opere che ne celebravano la retorica nichilista, in un coacervo di contraddizioni che ne segnarono la vita e l’opera.
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