L'interesse verso la spiritualità dei popoli nativi americani cresce ogni giorno di più. Uomini e donne sentono la necessità di risposte nuove ai bisogni dell'anima. Risposte diverse da quelle offerte dalle religioni tradizionali monoteistiche, rispetto alle quali, ad esempio, il cammino spirituale Lakota della Canku Luta — che onora le leggi originarie della creazione e della natura — appare come un insegnamento in grado di garantire un equilibrio fisico e spirituale complessivo e profondo. Questa «via rossa» è stata insegnata ad Alessandro Martire dagli anziani della tribù Lakota di cui è membro onorario da trent'anni e rappresenta il modo in cui le nazioni originarie del continente della Tartaruga (gli Stati Uniti) vivono da migliaia di anni, prendendo esempio dalle forme di vita create prima dell'uomo, che da esse dipendeva. Da quando gli europei e la loro cultura patriarcale e materialista si sono imposti nel Nuovo Mondo — con la violenza di «predatori a noi sconosciuti» guidati da una logica di mero profitto egoistico —, questo patrimonio ideale è a rischio e richiede di essere preservato e trasmesso alle nuove generazioni. Martire effettua una ricognizione a 360 gradi della cultura Lakota, smonta le falsità storiche costruite ai danni dei nativi e attribuisce all'uomo bianco la maggiore responsabilità del disastro ecologico a cui stiamo assistendo, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: il depauperamento delle risorse naturali e il riscaldamento globale. A tutto questo, Martire oppone la lezione di dignità e rispetto universale offerta dalle società native, con la loro organizzazione democratica e matriarcale ispirata a una profonda consapevolezza umana — verso tutti, donne, uomini, anziani, bambini, e verso ogni forma di vita visibile e invisibile, incluso il mondo degli spiriti e della vibrazione universale che è in noi e tutto intorno a noi.
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