«Lontano dal suo angolo abitato, Spetsai era
davvero infestata, sebbene da fantasmi più
sottili, e più belli, di quelli che ho creato io.
I suoi silenzi nella pineta erano inquietanti,
diversi da quelli che ho sperimentato altro-
ve; come una pagina eternamente bianca in
attesa di una nota o di una parola. Davano il
più curioso senso di atemporalità e di mito
incombente. In nessun luogo era meno pro-
babile che accadesse qualcosa; eppure, in
qualche modo, l’accadere era sempre vicino
a manifestarsi».
Dall’introduzione di John Fowles
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