I matti di Sànpert inaugurano il graphic soul, un nuovo genere espressivo. Non solo fumetto, non solo poesia, ma intreccio viscerale di immagini e parole che affondano gli artigli nella contraddittoria anima del mondo. Con tratti ruvidi e dolcezze inaspettate, con testi che vibrano di palpitante emozione, questa poesia dell’anima dà voce a chi abita i margini, a chi porta il dolore inciso sulla pelle e lo sente pulsare in ogni fibra del proprio essere. Sànpert è uno stare al mondo. È il palpitare di uno spirito che si nasconde ovunque, fra le lacrime di un bambino innocente o nei rantoli di un fiore appena spezzato. La sua voce, spesso afona e graffiata, è un crocevia di anime dolenti, di storie dimenticate, di mormorii che si dissolvono nel caos tenero e fragile dell’umanità. Ogni tavola è una ferita aperta, ogni parola un sussurro che lacera il silenzio. I matti di Sànpert si succedono senza sosta. Parlano agli inquieti, agli erranti, a chi nelle storie o nel bianco fondo della pagina cerca disperatamente il riflesso della propria anima tormentata. È questa un’opera per chi non teme di guardare il dolore negli occhi e scoprire, a volte, che anche lì può nascondersi una gioia, un clamore, una bellezza quasi impossibile da dire. Ma non per questo meno vera. Meno viva. Il libro è stampato su carta avanzata, con pagine di diversa consistenza: una scelta concreta e simbolica al tempo stesso. I matti di Sànpert – personaggi dalle mille vite – prendono forma su fogli scartati dalla stampa dei grandi libri, quelli con una sola vita, forse anche artificiale.
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