Palermo, di notte fermo a un incrocio, non lontano da dove viveva da ragazzino, l'autore rievoca i suoi incontri metaletterari con Sciascia e Pasolini, tra i ricordi dei palloni buttati nel cortile di un illustre vicino o i provini per fare la comparsa in un film. Poi, la notte diventa magica e i due grandi intellettuali si materializzano. Vivi, in carne e ossa, parlano di Palermo, di Mafia, del non avere paura, in un dialogo surreale che trascende la verità tangibile.
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