«Buongiorno, è morto tuo Padre». Alla faccia della tranquillità. Non chiederò mai più niente, giuro. E ora... io non so se avrò la forza di iniziare un anno senza di te. È dura rendersi conto, nelle stupidaggini quotidiane, che tu non ci sei. Quando percorro i miei seimila chilometri a piedi e voglio chiamarti per raccontarti i fatti miei. Quando vedo la bugna sulla macchina e penso "Vabbè, tanto la sistema Papà". Quando nessuno mi chiama e mi dice "Oh... una Tata". Quando "Padre devo troppo raccontarti l'ultima che mi ha combinato la Vecchia". Quando non so più a chi scrivere i messaggi per la mia ritrovata stabilità emotiva (e per una vita meravigliosa... cit).Quando solo le parole Niger, Mali e deserto fanno male. Quando ho un dubbio che va dall'ho male a un dito al vorrei andare una settimana in Nord Corea. Quando cazzo, vorrei solo passare le prossime tre settimane chiusa in uno sgabuzzino al buio con la musica nelle orecchie. Ma non si può, tanto più che come ti muovi fai su un macello. E quindi avanti.
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