Dostoevskij diceva del suo capolavoro "Delitto e castigo": «nel mio romanzo vi è un'allusione all'idea che la pena giuridica comminata per il delitto spaventa il criminale molto meno di quanto pensino i legislatori». È stata forse questa la colpa della nostra nazionale a EURO 2000: aver commesso un delitto calcistico troppo grande, pur non avendone le possibilità. Aver infranto le sacre norme che ti impongono di perdere quando devi perdere, che legano i sentieri della vittoria e della sconfitta a imperativi tanto logici quanto morali. Questo ironico e divertentissimo Delitto e castigo della ragione di stato racconta la storia di una squadra che in un pomeriggio di Amsterdam del 2000 viola platealmente le leggi del pallone e della vita.
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