«No, non c’è un cazzo da essere felici. C’è solo da stare incazzati. C’è da ribollì d’odio. Ci vorrebbe la lotta di classe. Ci vorrebbero le proteste, le manifestazioni, le prese di posizione nette e chiare. Toccherebbe andare in guerra ma mica contro gli altri poracci come noi. In guerra contro i ricchi, contro l’1% che ci caca in testa tutti i santi giorni. Non mi sento certo un supereroe, o non credo di avere chissà quale superpotere. Finora, come Franchino, mi sono occupato solo di cibo. Ma il cibo è un pretesto, e quello che io faccio col cibo si potrebbe fare con tutto: con la musica, con il cinema, con i videogiochi. Ricominciare a pensare. A rendersi conto. A guardarsi attorno. A non accettare l’omologazione. A ricordarsi che possiamo scegliere».
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