La costruzione di un teatro, in un luogo lontano, è l’occasione per un uomo di trovare il tempo, lo spazio e la lucidità per mettere ordine nel racconto della propria vita. La vita di un uomo ordinario, un matematico, perfettamente inserito nei bisogni e nelle logiche del mondo a sé contemporaneo. Il tempo di costruzione dell’edificio, la sua crescita, scorre in parallelo a quello dei suoi pensieri. L’architettura ne scandisce le fasi, i ritmi, ne accompagna l’evoluzione. Il tentativo di leggere il senso delle cose di un’esistenza votata al pensiero astratto è accompagnato da un processo fisico di costruzione del mondo reale, che porta significati impliciti, difficili da esprimere altrimenti a parole. Dormire, riposare finalmente, sembra essere l’unico obiettivo finale di chi, condannato a un’implacabile lucidità di analisi, non riesce in nessun momento a perdere coscienza.
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