Illuminare Pasquale Festa Campanile con Schnitzler e Gozzano, usare Panofsky per analizzare la pseudo-soggettiva di una mosca in Reazione a catena di Mario Bava, leggere Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci come il film sulla fine della civiltà contadina che Pasolini non ha mai girato. Tanto fanno, Andrea Pergolari e Guido Vitiello, in questo aureo libretto. Ma non sono cinefili snob o accademici in vena di sfoggio. Il loro scopo non è nobilitare i film che amano. Tali film, infatti (da Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno di Luciano Salce a Gran bollito di Bolognini), non ne hanno bisogno. Sono già nobili. Solo che non se ne è accorto quasi nessuno. I tanti che li hanno apprezzati, spesso, l’hanno fatto con un misto di senso di colpa e di esibizionismo trash (questo sì, snobistico).
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