Esecrato dalla morale, vituperato dalle buone maniere, censurato dal linguaggio quotidiano, il turpiloquio appare qui in una luce nuova, rivoluzionaria, inaspettata. Addirittura, utile. Tanto che, leggendo i brani presentati, ci si domanda come sia possibile farne a meno. Con Swift, Coleridge, Sterne, Trotskij, san Francesco, Hugo, Rubin, scopriamo che le parolacce sanano l'economia di una nazione, tengono lontano il male, giovano alla salute, rinfrancano lo spirito, ci forniscono informazioni preziose sui misteri del sesso e della struttura della società. Insomma, le parolacce servono!
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