Il giovane protagonista è impacciato con le sue coetanee e disorientato dalla passione per la scrittura, ma ha una dote che coltiva con costanza e determinazione: sa giocare molto bene a calcio. Quando però nel suo quartiere arriva Michele, dovrà ridimensionare le ambizioni e ammettere che “il talento, come la vita, può sembrare un magnifico, drammatico capriccio. E forse lo è”. In questo romanzo di formazione malinconico e sincero, Macioci ci regala alcune pagine luminose sull’età di passaggio dall’infanzia all’adolescenza, sull’ascendente dei desideri sulle nostre esistenze, sulla suggestione dei ricordi.
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