In un quartiere della periferia napoletana, gli strambi personaggi del romanzo intrecciano la loro vita e le loro voci in un’esistenza sospesa. C’è Tina la stiratrice, devota moglie inconsapevole di un camorrista di serie B; Carmen la Piangiona, giornalaia dagli occhi bellissimi e mai asciutti; Marocco il gommista, angelico killer dell’usuraio dai denti marci; Giacomino lo storpio, coscienza critica di un contesto di ignoranza e pregiudizio; l’entomologo con la sciatica, che per comprendere la realtà deve ridurla alle dimensioni degli insetti; e sullo sfondo l’orizzonte monocromatico del professore in pensione, del parroco pusillanime, del camorrista, dei corrionali. Regista visionario dell’intreccio il Signor Mani, il suo sguardo straniante, il suo esperimento, la sua profezia. La narrazione polifonica di Stefano Spataro si traduce in un linguaggio che si muove su molteplici registri e restituisce, accompagnata dai disegni di Luca Dalisi, una visione del mondo policentrica e disorientante. Nella complicata geografia dei sentimenti umani – paura, rabbia, frustrazione, fede, impotenza, amicizia, amore – la felicità, Eudaimonia, è l’ambiguo motore di tutto e insieme meta di un viaggio ancora da cominciare.
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