Per diventare ciò che si è, bisogna dire addio a se stessi, a quello che si è stati: è allora che si apre la voragine della lontananza, della nostalgia, dell'abbandono. Come esuli, dobbiamo prestare attenzione a ogni dettaglio, rifuggire il passato pur mantenendolo vivo; dobbiamo avere il coraggio di vivere di incertezza e affrontare la vertigine. Giulia Muraglia scrive e canta la metamorfosi, il distacco dalla persona amata, l'insicurezza del sentimento e lo sguardo intrepido che il poeta, come il lettore, devono rivolgere verso l'interno, verso l'abisso interiore che fa di noi essere umani. Con un ritmo sapiente e cadenzato, Muraglia descrive le variazioni dell'io, i suoi incontri e le sue separazioni. Prefazione di Roberta Ortolano.
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