In questo romanzo c’è una bambina, ragazza, donna Senzanome. Non hanno nome la madre dai denti marci che la prende a calci e la chiama sempre scimunita e ingrata, la sorella dagli occhi troppo blu che pare la favorita, l’amico di famiglia che le infila le mani nelle mutande, il ragazzo quasi uomo della comunità che entra nella sua stanza spesso e si slaccia in pantaloni, i compagni di scuola che la trovano grassa e che pensano abbia capelli troppo ispidi. Non hanno nome i persecutori, i nemici, e persino il suo peluche preferito. In una periferia milanese che arriva fino alla provincia, con gli occhi verso i treni che partono e scappano verso nuove vite e possibilità, si allunga questa storia, di una bambina cresciuta che non si rassegna a essere la vittima
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