"La prima volta che ho visto Giorgio Ghiotti era chino sui tasti del mio improbabile pianoforte, li faceva risuonare come fossero di uno Steinway, poi in salotto parlava luminoso e illuminato dal sole, pareva l'amico Stolz di Oblomov come ce lo introduce Mikhalkov nel suo film, che entra preceduto da Zachar a spalancare, forte come una primavera, le tende polverose del dormiente sul divano. Su queste poesie di Ghiotti - alcune come lui giovanissime, molte di più già mature, quasi anziane, comunque già capaci di volare - su queste poesie si è posata la luce di Sandro Penna (negli ultimi anni pure lui sdraiato come Oblomov, con le persiane anche di giorno chiuse) e quella di Barrie, di James Matthew Barrie, l'autore di 'Peter Pan nei Giardini di Kensington'; di Peter (ispirato da Peter Davies che morirà tragicamente, come pure gli altri fratelli Davies che invece nella fiaba incantati attraversano con lui il cielo) Ghiotti è appassionato conoscitore e studioso." (Vivian Lamarque).
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