La vita di Nikola Tesla è circondata di così tante leggende che si potrebbe persino dubitare del fatto che egli sia esistito veramente. Ingegnere straordinario, dotato di un'immaginazione prodigiosa, che gli permetteva di visualizzare le sue macchine nei minimi particolari senza doverne disegnare i modelli su carta, fu uno dei grandi innovatori della fisica moderna, un inventore geniale che riuscì a tradurre in realtà quasi trecento delle sue «visioni» e che anticipò la futura robotica (sviluppata con il nome di «teleautomatica»). Bistrattato a lungo, quando non dimenticato, fu un personaggio eccentrico: giocatore d'azzardo e incallito fumatore in gioventù, si votò poi completamente, con severa autodisciplina, agli studi di ingegneria e alla ricerca tecnica. Convinto che lo scopo della scienza fosse quello di preservare la vita degli uomini e di dominare il mondo materiale per il benessere e le necessità umane, a questo lavorò con instancabile energia fino alla morte, conducendo un'esistenza solitaria e modesta. Tesla pubblicò questa incredibile autobiografia a puntate, nel corso del 1919, sulla rivista «Electrical Experimenter», rivolgendosi soprattutto ai giovani lettori con la speranza di stimolarli a coltivare con passione i primi slanci creativi, che spesso modellano in modi imprevedibili i futuri destini. «La scienza è solo una perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità». Questa nuova edizione è arricchita da uno scritto di Tesla del 1905 sulla trasmissione senza cavi, attraverso l'atmosfera, della corrente elettrica: la soppressione della distanza, un progresso visionario, descritto con stupefacente chiarezza come «il più potente strumento di pace» che l'uomo abbia mai avuto.
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