Giorgio Bassani si definiva prima di tutto poeta. Pur se il corpus narrativo è prevalente nella sua opera, l'attività poetica è inscindibile da quella che ha di volta in volta preso forma nei racconti delle Storie ferraresi e nei suoi romanzi. Sin dalle prime poesie, tra il 1942 e il 1951, raccolte nei volumi Storie dei poveri amanti e altri versi (1945 e 1946), Te lucis ante (1947) e Un'altra libertà (1951), alcune poi riproposte in L'alba ai vetri (1963), sono espressi in nuce tutti gli elementi che verranno sviluppati nelle opere narrative: l'amore per la propria terra, l'esclusione, la lontananza, la solitudine, il senso della morte e la memoria. Le due sillogi successive, Epitaffio (1974) e In gran segreto (1978), raccolgono e accompagnano quasi tutti i motivi ispiratori del romanziere Bassani, ma rivelano un "di più" rispetto alle poesie del passato, con un'attenzione a volte ironica, a volte amara, nei confronti del presente. Questo è uno studio sistematico sulla poesia di Giorgio Bassani, con saggi che partendo dagli archivi, dai carteggi inediti dello scrittore, dalle frequentazioni con i maestri e amici di una vita, riflettono sulla relazione tra Bassani-poeta e Bassani-narratore, essenziale per inquadrare la sua figura nel Novecento letterario.
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