Nel 1935 Giorgio Bassani, matricola diciannovenne della Facoltà di Lettere di Bologna, inizia a scrivere racconti e poesie per la rivista locale «Corriere padano», avviando così un lungo apprendistato letterario che avrebbe conosciuto una prima, significativa tappa, nella pubblicazione della raccolta di racconti "Una città di pianura" (1940) e nei primi tre volumi di poesie: "Storie dei poveri amanti e altri versi" (1945), "Te lucis ante" (1947) e "Un'altra libertà" (1951). L'intera produzione afferente agli anni 1935-51 costituisce un nutrito corpus di testi, ancora oggi poco conosciuto, che si è rivelato interessantissimo non solo e non tanto perché in molti casi anticipa le opere maggiori, ma in quanto testimonianza degli esperimenti letterari di una personalità eclettica e sensibile, quotidianamente impegnata nell'obiettivo di "educare" la propria scrittura, auscultandone le molteplici voci onde saggiarne le differenti potenzialità espressive e arrivare, infine, a quella più congeniale e autentica. Oltre a proporsi quale essenziale ricognizione su questi testi tentandone un'interpretazione, due sono i punti sui quali l'indagine si è soffermata: da un lato la progressiva maturazione formale della scrittura, che procede parallelamente all'emergere di alcuni nodi cruciali della poetica dell'autore, dall'altro il rapporto, anzi la vivace dialettica, fra l'identità letteraria dello scrittore ormai maturo, quale egli ha voluto diffondere di sé attraverso alcuni scritti fondamentali - il celebre Poscritto, le numerose interviste, per citarne solo alcuni - e quella che è invece rinvenibile nel quadro in progress che di tale formazione gli scritti presi in esame vanno delineando.
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